Protesi
Quando il dente e’ particolarmente compromesso dalla carie, per ricostruirlo non basta una semplice otturazione in amalgama o materiale estetico, in quanto l’elemento resterebbe comunque meno resistente ai carichi masticatori, soprattutto se precedentemente devitalizzato; occorre quindi “ricoprirlo” con una corona in ceramica o metallo-ceramica.
La corona protesica – chiamata spesso impropriamente “capsula” – è un “guscio” che permette la ricostruzione completa della porzione esterna, quindi visibile, del dente, riproducendone forma e colore. È ancorata alla porzione residua del dente o a un eventuale impianto. Più corone protesiche possono essere unite insieme e – cementate ai denti residui – permettono la sostituzione di denti mancanti. In questo caso si parla di ”Ponte”. Quest’ultima metodica sta venendo via via soppiantata da tecniche implantologiche sempre più all’avanguardia.
Nello studio vengono selezionati i migliori materiali per ogni caso clinico, confrontandoci con il paziente e le sue esigenze. Attualmente la scelta comprende una vasta gamma di materiali che va dalla classica metallo-ceramica alla ceramica feldspatica, il disilicato di litio e la zirconia, per il massimo della resistenza e dell’estetica possibile oggigiorno.
Quali sono i dieci consigli utili per capire se la vostra corona protesica ha qualche problema?
https://areasoci.aiop.com/areapazienti/view/77/decalogo-consigli-corona-protesica
Protesi mobile
Si tratta di protesi non fisse ma removibili, parziali (con ganci o attacchi) o totali, in caso di parziale o totale assenza degli elementi dentari; le protesi si ottengono dopo circa 3-4 sedute di impronte con speciali materiali; il paziente, specie se non ha mai portato il totale o il parziale, può abituarsi gradualmente; se le ossa basali su cui appoggiano i totali sono sufficientemente ritentive, non e’ necessaria alcuna pasta adesiva; purtroppo se il paziente e’ privo di elementi dentari da parecchi anni, le ossa dove un tempo c’erano i denti, tendono a riassorbirsi sotto i carichi masticatori delle protesi, rendendole col tempo sempre meno ritentive; per questo dopo qualche anno si consiglia una “ribasatura” della protesi, cioè la presa di una impronta di precisione delle mucose per sostituire la parte di resina rosa in base ai cambiamenti delle mucose orali avvenuti negli anni. Negli ultimi anni l’implantologia ha migliorato molto anche la protesi removibile; là dove le ossa mascellari lo permettono, si possono infatti applicare impianti in titanio su cui vengono costruite delle barrette, alle quali vengono agganciate le protesi removibili, migliorandone notevolmente la stabilita’ e la ritenzione.